martedì 21 febbraio 2012

Repressione in Bajo Aguán: Brigata Internazionalista fermata dai militari


Foto Giorgio Trucchi
Oggi pomeriggio, 19 febbraio, dopo la chiusura dell’Incontro Internazionale dei Diritti Umani in solidarietà con l’Honduras, la Brigata Internazionalista alla quale  partecipavo e che  si stava recando  in visita alle comunità di contadini nelle terre occupate dagli stessi,  è stata fermata da un comando militare composto da oltre 13 soldati armati di M16 d’assalto che dopo aver fatto scendere tutti i partecipanti (oltre trenta persone tra giornalisti, difensori  dei diritti umani e osservatori internazionali) hanno concentrato le loro “attenzioni” su un gruppo di contadini della comunità di Marañones, dell’associazioneMovimiento Campesino Unitario Aguán (MUCA).  In particolare su Gerardo Argueta,  coordinatore della comunità, che da oltre un anno riceve continue minacce di morte e persecuzioni di vario tipo e la cui vita corre serio pericolo. Tuttavia oggi, grazie alla  presenza dei numerosi osservatori internazionali, giornalisti e  difensori dei diritti umani, la situazione dopo circa mezz’ora  si è risolta senza ulteriori problemi.
Dobbiamo comunque denunciare, innanzitutto  l’atteggiamento arrogante e violento dei membri dell’esercito nei confronti dei contadini che sono stati perquisiti con le mani dietro la testa come se fossero volgari delinquenti e ai quali senza nessuna spiegazione sono stati sottratti i documenti personali, successivamente restituiti,  ma anche l’atteggiamento intimidatorio verso la stampa. Ai giornalisti presenti e’ stato detto di mettere via le macchine fotografiche e videocamere altrimenti sarebbero state requisite.
I partecipanti all’Incontro Internazionale che si è svolto in questi giorni a Tocoa, nel Bajo Aguán si sono potuti rendere perfettamente conto della difficile situazione che vivono le comunità organizzate di contadini della zona. Tutta la regione e’ fortemente militarizzata con posti di blocco permanenti  alle vie di accesso alle comunità e spesso con caserme dell’esercito all’interno delle stesse e nei pressi delle scuole pubbliche, come avviene nella comunità di Guadalupe Carney.
Si invitano  la stampa internazionale e i giornalisti indipendenti a non spegnere i riflettori sul Bajo Aguán, spesso quando questi incontri internazionali finiscono e ognuno fa ritorno nei propri paesi, è il momento  in cui le persone che rimangono rischiano di più.
Per ulteriori informazioni la pagina web dell’Incontro Internazionale http://mioaguan.blogspot.com/ e la pagina web  del giornalista Giorgio Trucchi Rel-UITA anche lui membro della Brigata.
Una galleria di foto di Giorgio Trucchi su quanto accaduto.
Annalisa Melandri

Honduras: riflettori accesi sul Bajo Aguán

Río Aguán — foto Annalisa Melandri
di Annalisa Melandri — www.annalisa melandri.it
TOCOA, BAJO AGUÁN — Ci troviamo a Tocoa, dipartimento di Colón, nella regione del Bajo Aguán,  una delle zone più fertili dell’ Honduras e forse di tutta l’America centrale.
Questa  terra fa gola a molti, per questa terra i tre latifondisti più potenti del paese, Miguel Facussé, René Morales e Reynaldo Canales, con la complicità e l’avallo dello Stato stanno portando avanti una vera e propria guerra contro le  comunità contadine e rurali, guerra  che in due anni, dal 2010 ad oggi, ha registrato  un bilancio di oltre  50 contadini uccisi dai membri degli “eserciti” privati di questi  signori che agiscono  in totale complicità e sinergia  con le forze di repressione dello Stato honduregno, polizia ed esercito, anche nello scambio delle  divise. I contadini raccontano perfino  di stranieri,  forse colombiani,  al soldo dei latifondisti locali.
Fervono proprio in questi giorni i preparativi per l’ Incontro Internazionale dei Diritti Umani in solidarietà con il Bajo Aguán, che inizia formalmente oggi e che andrà avanti per i prossimi tre  giorni. L’incontro è nato dalla necessità di un gran numero di diverse associazioni  e dall’appello diffuso dal recentissimo  Osservatorio Permanente dei Diritti Umani dell’Aguán, di poter avere uno sguardo acceso su quanto sta accadendo in questa zona del paese. Le adesioni, anche internazionali,  sono andate ben oltre ogni aspettativa. Stiamo aspettando in questi giorni a Tocoa oltre un migliaio di partecipanti, provenienti da diversi paesi dell’America latina, ma anche dell’Europa e degli Stati Uniti.
Tale iniziativa, così come la costituzione  dell’Osservatorio Permanente  nel novembre scorso,   si è  resa necessaria ed urgente visto il clima di violenza e le gravi, numerose e sistematiche  violazioni dei diritti umani registrate  contro i membri  delle comunità contadine e indigene dell’Aguán.
foto Annalisa Melandri
L’aggettivo  “sistematiche” non è usato a caso. Ormai  non si tratta  soltanto di casi isolati ma le  violazioni dei diritti umani (parliamo di omicidi, minacce, militarizzazione del territorio e delle comunità, detenzioni arbitrarie, liste di persone da eliminare) sono diventate ormai una vera e propria politica, nonché strategia economica,  di Stato.
“Nasce dal nostro seno, dalle organizzazioni del Bajo Aguán l’idea di avere un Osservatorio  Permanente dei Diritti Umani e dallo stesso Osservatorio ci proponiamo alcune linee di azioni quali per esempio la presenza costante e attiva durante gli sgomberi dei territori” ci spiega Heriberto Alemán, coordinatore dell’Osservatorio.
E continua:  “Già a partire dal  2001  un gruppo di contadini organizzati aveva iniziato un processo di recupero di terre con la forza. E quando dico con la forza vuol dire che essi presero la decisione di entrare nelle terre perché  lo Stato non li aveva mai ascoltati.  Siamo andati avanti per anni davanti ai tribunali, ma oltre alla firma di accordi che non sono mai stati rispettati, non abbiamo  mai ricevuto una risposta concreta. In questo modo abbiamo recuperato oltre 4mila ettari di terra della riforma agraria”.
Questi contadini ci dicono che quello che reclamano in sostanza è  soltanto  un pezzo di terra dove poter vivere e dove poter trarre sostentamento per le loro famiglie.
Ma iniziamo dal principio: in Honduras una riforma agraria del 1974 destinò molte terre  dell’Aguán ad alcune organizzazioni contadine perché la lavorassero e mettessero in produzione.
Tuttavia, a  partire dagli anni 90, con l’avanzata di quelle stesse politiche neoliberali che ora stanno condannando alla fame e alla miseria milioni di contadini in tutta l’America latina e centrale, attraverso diversi meccanismi, alcuni  violenti come l’esproprio con la forza, altri più subdoli,  come l’inganno o la negazione in vario modo dell’accesso al credito agrario, tutte quelle terre (che vengono chiamate ora “della riforma agraria”) sono state sottratte alle organizzazioni contadine e sono finite nelle mani dei grandi latifondisti che abbiamo citato prima.
Desalojo en la escuela de Rigores — foto Annalisa Melandri
La legge di Modernizzazione e Sviluppo del Settore Agrario  del 1992,  impulsata dal governo di Callejas (1990–1994) ed elaborata da Roger Norton, assessore dell’USAID e dal Comitato di Produttori per la Politica Agraria, sostituì la legge di riforma agraria  del 72 e aprì quindi la strada al grande potere economico  e politico dei latifondisti, industriali, importatori ed esportatori del settore agropecuario, decretando di fatto  la fine delle cooperative agricole.
La lotta nell’Aguán va avanti  quindi ormai da decenni, non si deve pensare che  sia una conseguenza del colpo di Stato. Il golpe del giugno del 2009,  con il quale è stato cacciato dal paese  il presidente legittimo Manuel Zelaya,  ha soltanto  reso più violento un conflitto già preesistente (che Manuel Zelaya tuttavia stava cercando di risolvere) e ha conferito il marchio dell’impunità ai crimini che sono stati commessi contro i contadini organizzati.
I rappresentanti delle organizzazione contadine  che abbiamo incontrato  negliasentamientos (i territori occupati dove vivono  e lavorano) e con i quali abbiamo conversato a lungo, chiedono che non si spengano i riflettori  sul Bajo Aguán dopo l’incontro internazionale che inizia domani e si conclude lunedì.
Maggiore attenzione da parte della comunità internazionale è infatti il reclamo più grande che emerge da tutti gli incontri avuti con i membri delle comunità contadine organizzate. Sebbene sia indubbiamente vero che l’attenzione della comunità internazionale rappresenti un deterrente alle manifestazioni di forza contro i contadini o agli abusi e alle violazioni dei diritti umani sia da parte dello Stato ma anche degli “eserciti” privati (che si avvalgono come abbiamo visto anche della forza pubblica) è altrettanto vero che quando si tratta di occupazioni di terre l’ipocrita senso di rispetto della proprietà privata (anche laddove sia stata acquisita illegalmente o con la forza o in maniera fraudolenta) incute timore in alcune  associazioni internazionali che si schierano sempre con molta reticenza  a fianco dei contadini organizzati che portano avanti questo tipo di lotta.
Fino a quando il diritto alla proprietà privata sarà difeso dalle nostre costituzioni  anche con l’uso delle armi contro il popolo,  fino a quando questo diritto sarà considerato prioritario rispetto al diritto alla terra e  di conseguenza al diritto all’alimentazione dei popoli, le lotte contadine saranno sempre macchiate di dolore, sudore e sangue.
Fino a quando i militanti, i difensori dei diritti umani, i politici, i cittadini attivi e responsabili non saranno intimamente convinti della profonda ingiustizia che risiede nel fatto che migliaia di ettari di terra siano nelle mani di una sola persona e che migliaia  di contadini non abbiano  un tetto sulla testa o un pezzetto di terra dove piantare una sola piantina di mais, oltre al diritto alla terra verranno negati anche il diritto a una vita decorosa, il diritto all’alimentazione, il diritto al lavoro e il diritto alla vita.
 
Per info sull'incontro internazionale :  http://mioaguan.blogspot.com/
 
 
Annalisa Melandri 

venerdì 3 febbraio 2012

[bsa toscana] antifascismo militante: il 4 tutti in piazza contro fascismo e revisionismo storico!


COME BRIGATA DI SOLIDARIETà ATTIVA TOSCANA SENTIAMO IL DOVERE DI PARTECIPARE AD UN PERCORSO COMUNE CHE FACCIA DELL'ANTIFASCISMO UNA PRATICA DA DECLINARE OGNI GIORNO NEL NOSTRO TERRITORIO, CHE VINCA L' IMMOBILISMO IDEOLOGICO,BASATO SU FALSI PROFETI E FALSE DIREZIONI,OLTRE AI CATTIVI MAESTRI E IPOCRITI SEGUACI, I QUALI HANNO PORTATO QUESTO PAESE ALLA TOTALE DISCRIMINAZIONE CONTRO COLORO CHE DELLA PROPRIA VITA NE FECERO UN ESEMPIO DA SEGUIRE LOTTANDO NELLE  INGIUSTIZIE DEL VENTENNIO.

UN PAESE CHE NON FA MAI I CONTI CON LA PROPRIA STORIA, TRALASCIA LE PARTI A LUI SCOMODE, QUELLE DISCUSSIONI DI POPOLO CHE SCRISSERO PAGINE DI GLORIA DELL'ANTIFASCISMO, SUBENDO LE PEGGIORI ANGHERIE, PRIMA E DURANTE LA RESISTENZA, GIUNTA NEL 25/04/1945 DOPO UN'EROICA BATTAGLIA PORTATA AVANTI DA TUTTE E TUTTI.
DAL SUD AL NORD PASSANDO PER LA CITTA' DI FIRENZE', LA QUALE CON L'AIUTO DEI PARTIGIANI SCONFISSE IL FASCISMO E CACCIO' CON ALTRETTANTA FORZA LA MILIZIA NAZISTA ASSISTITA DAI SERVI FASCISTI!
SE SIAMO QUA OGGI,NON E' SOLO PER RICORDARE QUANTA VIOLENZA E VOLONTA' D'ANIMO CI VOLLERO PER LIBERARSI DA QUESTO MALE, MA ANCHE PER DARE GIUSTIZIA ALLA NOSTRA STORIA,CHE E' LA STORIA DI FANCIULLACCI,DELLA BRIGATA SENIGALLIA,DI POTENTE (ALIAS ALIGI BARDUCCI) E DI TUTTE QUELLE MEDAGLIE D'ORO E D'ARGENTO OTTENUTE DAI PARTIGIANI,FREGIANDONE CON ORGOGLIO ANCHE LA CITTA' DI FIRENZE.

SIAMO QUI PER RICORDARE L'ENNESIMA RICORRENZA DETTATA DAI FASCISTI SABATO 4 FEBBRAIO PROPRIO A FIRENZE, APPOGGIATA DAL PDL E DA TUTTE LE "ASSOCIAZIONI CULTURALI" PRESTANOME A DISEGNI IDEOLOGICI DI MARCA EVERSIVA,NEGAZIONISTA E REVISIONISTA....
DA MOLTI ANNI  I NEOFASCISTI USANO LA RICORRENZA DELLE FOIBE (SCONOSCIUTE ANCHE A LORO FINO A 10 ANNI FA),PARTENDO, PER CHI SE LO RICORDA 15 ANNI OR SONO CON LA GIORNATA ANTICOMUNISTA NEL GIORNO DELLA MORTE DI GENTILE; CHIEDEVANO LA MESSA AL BANDO DEI COMUNISTI CON UNA LEGGE PARI A QUELLA CONTRO L'APOLOGIA DI FASCISMO, REI DI AVER COMMESSO ATROCITA' IN POLONIA,IN TIBET,CAMBOGIA,ETC....OVVIAMENTE LE GESTIONE DA PARTE DELL'URSS IN MOLTI CASI NON E' STATA CERTO UN ESEMPIO ,MA DA QUI A DIRE CHE IN ITALIA I COMUNISTI SONO PARAGONABILI  AI CRIMINI FASCISTI è UN'IDIOZIA SENZA SENSO, UN'IDIOZIA CHE CERCANO DI PORTARE AVANTI CON IL LORO REVISIONISMO, CON OGNI MEZZO, APPROPRIANDOSI INDEBITAMENTE DI FIGURE STORICHE COME BOBBY SANDS,RINO GAETANO, LE LOTTE PALESTINESI E NON PER ULTIMO IL CHE GUEVARA,SEMPLICEMENTE RIDICOLI!PURTROPPO OGGI DA PARTE DI TUTTI GLI SCHIERAMENTI C'E' LA VOLONTA' DI SDOGANARE LA RSI E I REPUBBLICHINI,PERSONAGGI DEL CALIBRO DEI FRATELLI CARITA' E DELLE BRIGATE NERE,....DOVREBBERO ESSERE PARAGONATI AI PARTIGIANI O I GAPPISTI ?

 PER QUESTO DICIAMO A GRAN VOCE DI NON CADERE IN ASSURDITA' CHE CON LA STORIA REALE NON HANNO NIENTE A CHE VEDERE, POICHE' CONDANNARE LA STORIA DEL PAESE CON UN SEGNALE DI SVOLTA COSI' INFAME, CI PORTEREBBE A SPROFONDARE ANCOR PIù IN QUEL CAOS IDEOLOGICO CHE GIà OGGI PRODUCE VIOLENZA E VITTIME DI MANO NAZIFASCISTA,NON ULTIME QUELLE DI DIOP MOR E SAMB MODOU IN PIAZZA DALMAZIA IL 13/12,COL FERIMENTO DI ALTRI TRE SENEGALESI, CON UN FRATELLO CHE ANCORA NON SAPPIAMO SE RESTERA' SULLA SEDIA A ROTELLE A VITA.
VEDIAMO MANIFESTAZIONI TOLLERATE DALLE MASSE CON I LORO SPORCHI SIMBOLI, IN TEORIA VIETATI ANCHE PER LEGGE, ACCENDINI, CALENDARI E QUANT'ALTRO  RAFFIGURANTI LE FOTO DEL DUCE , SEDI CONCESSE E INIZIATIVE PATROCINATE DALLE AMMINISTRAZIONI COMUNALI....C'è TANTO DA FARE!
SE PENSIAMO A MARIO VATTANI CONSOLE DI OSAKA,CHE OTTIENE UN TITOLO COSI' IMPORTANTE QUALE L'ESPRESSIONE DI UN PAESE ALL'ESTERO, CIO' CHE RAPPRESENTA E' L'IMMAGINE SBIADITA DI UNO STATO ITALIANO CHE VOLUTAMENTE PERDE LA MEMORIA STORICA AFFIDANDO COMPITI IMPORTANTI E BEN REMUNERATI AI FASCISTI NON TROPPO VELATI, LO STESSO MARIO VATTANI CHE SUONA IN UN GRUPPO DI ESTREMA DESTRA E INNEGGIA ALL'ODIO RAZZIALE ED ALLA VIOLENZA DI CLASSE, GLI STESSI PARLAMENTARI CHE RAPPRESENTANO IL PAESE E COMMEMORANO A FIRENZE, MEDAGLIA D'ORO PER LA RESISTENZA, I FRANCHI TIRATORI, CON IL BENESTARE DEL SINDACO RENZI.....C'è VERAMENTE TANTO DA FARE!LA NOSTRA ASSOCIAZIONE MARCA NEL PROPRIO STATUTO L'ANTIFASCISMO,L'ANTIRAZZISMO E L'ANTISESSISMO,UNENDOSI ALLE LOTTE CONTRO IL REVISIONISMO STORICO,CONTRO OGNI ATTACCO GIUSTIFICATO O MENO NEL TENTATIVO DI ABBUIARE CIO' CHE LA LIBERAZIONE IN QUEL 25 APRILE CI HA DATO: L'ORGOGLIO DI SENTIRSI LIBERI E PARTECIPI DEI NOSTRI DESTINI.....POSSIAMO MANTENERLO SOLO SI CI ATTIVIAMO E VIGILIAMO, TOGLIENDO OGNI AGIBILITA' POLITICA E SOCIALE A COLORO CHE NON MERITANO NESSUN TIPO DI SPAZIO.
L'antifascismo deve essere secondo noi militante, di un popolo non passivo in attesa delle istituzioni, ma attivo a togliere ogni spazio politico nella scuola, nella fabbrica, nel quartiere ai fascisti: ciò non toglie come sia evidente che altre realtà vivano una forma di antifascismo diverso. L'importante è secondo noi la diffusione del fronte antifascista, ferme restando le diversità di approccio alla questione. Auguriamo quindi, pur nelle diversità, che il fronte antifascista fiorentino e italiano si faccia sempre più ampio e incisivo 
PROPONIAMO DI INSISTERE CON UNA RISPOSTA UNITA E FORTE, CON VOLANTINAGGI ED INIZIATIVE NELLE PIAZZE E NELLE SCUOLE. 
RIPRENDIAMOCI LE PIAZZE, LE STRADE, I GIOVANI.UNITI POSSIAMO CAMBIARE DIVISI POSSIAMO SOLO OBBEDIRE!

 BSA TOSCANA  

4 FEBBRAIO 2011, PIAZZA DALMAZIA H 16, FIRENZE,
CORTEO ANTIFASCISTA


SIA LA REAZIONE POPOLARE A RICACCIARE I FASCISTI NEI LORO COVI!