domenica 4 agosto 2013

Acqua o non Acqua? Non è più un problema!



Comunicato della richiesta dell'acqua
Nonostante le ripetute richieste da parte dei migranti accampati al foro boario di poter avere un'esistenza per lo meno al limite del decoro, le istituzioni che per legge dovrebbero garantirla continuano a non volerne sapere di venire incontro alle loro richieste. A più di un mese dall'arrivo dei migranti, che si stima siano circa 500 al momento, i ragazzi accampati al foro continuano a non avere né luce né acqua corrente. Nel campo ci sono parecchie pozze d'acqua stagnante e malsana e c'è anche il problema di un canale di scolo a due metri dalle tende le cui acque stagnanti rischiano di infettare l'ambiente circostante se non si provvede al più presto a farlo liberare....tutto questo con buona pace delle più elementari norme igieniche e civili.
Ci dicono che non è possibile far giungere l'acqua al campo, ma allora perché permettergli di accamparsi proprio qui al foro e non in un punto migliore per poter garantire gli allacci? Per esempio il progetto che era stato proposto da EMMAUS,CARITAS e PAPA GIOVANNI XXIII avrebbe potuto garantire luce e acqua ospitando i migranti in un progetto congiunto al centro sportivo di Saluzzo.
Tutto questo non è avvenuto e il risultato è davanti agli occhi di tutti, i ragazzi del foro debbono girare disperatamente oltre che per trovare lavoro anche per l'esistenza di tutti i giorni: lavarsi,cucinare,pulire le stoviglie. Azioni che per noi sono normali per loro diventano ogni giorno un'impresa che si somma al cumulo di sofferenze e privazioni che sono già costretti a sopportare per via di una società che per loro è assai lungi dall'essere giusta.
Ci chiediamo quanto si dovrà ancora attendere perché questa vicenda giunga ad una conclusione dignitosa, sempre che vi si giunga; oppure bisogna interpretare il continuo temporeggiare e procrastinare delle istituzioni come un tentativo di sfiancare la volontà, al fine di indurli ad abbandonare il campo e tornare ai propri paesi.
La Costituzione garantisce a tutti un'esistenza dignitosa ma siamo ancora in grado di riconoscere questo diritto? Compromessi come siamo alle leggi del profitto, che trasformano l'uomo in una merce
e vede i lavoratori come tante pedine da spostare qua e là col solo scopo di garantire il maggior ricavo possibile, è ancora lecito definirci una società civile? O forse è il caso che ci chiediamo tutti che cosa stiamo diventando?

Brigate di Solidarietà Attiva

Comunicato di riappropriazione dell'acqua

Poco tempo fa abbiamo vinto uno dei referendum più importanti della nostra storia, i tre quesiti sull'acqua, bene primario e indispensabile per la vita sul pianeta. Senza acqua non si può vivere. Il referendum ha espresso la contrarietà delle persone nel voler privatizzare questo bene primario evidenziandone il costo e l'inaccessibilità per tutti che avrebbe portato il meccanismo di privatizzazione.
Allora ci si chiede perché a Saluzzo, in provincia di Cuneo, che non è un paese senza risorse e senza possibilità di sviluppo, manca l'acqua? Perché per poter bere e lavarsi bisogna inforcare la bicicletta, riempire la boccia di plastica e portarla rimanendo in bilico per 300 metri fino alla propria abitazione? Perché quando si chiede all'amministrazione e agli enti vari di portare un tubo all'interno del foro boario facilitando l'accesso a questo bene indispensabile, ci si trova di fronte un muro che nega i problemi e nega che l'acqua non ci sia, nascondendosi dietro a sterili giustificazioni quali: “non lo possiamo fare”, “c'è la fontana”, “abbiamo messo il rubinetto di fianco al campo della coldiretti”, “non possiamo dare un accoglienza adeguata perché altrimenti gli africani chiamerebbero i loro amici e non se ne andrebbero più”, “Saluzzo non è un far west”, ecc. Quindi il risultato è la mancanza di acqua a Saluzzo, in Italia, nazione in crisi, ma sviluppata con la possibilità di soddisfare i bisogni primari. Peccato che la direzione di questo paese non sta andando dalla parte giusta: privatizzazioni, tagli all'istruzione, alla sanità, ai trasporti pubblici, dilatando ancor di più il divario tra ricchi e poveri, i primi potranno accedere alle risorse, i secondi rimarranno senza e aspetteranno i bei discorsi assistenzialisti che aiutano i poveretti, senza però lasciar loro la possibilità di autodeterminarsi e vivere autonomamente.

Anche a Saluzzo, ciò succede. Niente casa se non hai un lavoro, niente acqua, se non a 300 metri, niente visibilità per un problema che si vuole tenere nascosto perché mette in crisi e rende manifesta un'ipocrisia che si maschera da solidarietà radical chic con spruzzate di pratiche cattoliche e assistenzialiste.
Per questo che l'assemblea migranti ha deciso di riprendersi un diritto indispensabile e fondamentale: l'acqua. Contro quelle tante parole, contro l'ipocrisia, contro la richiesta (mai accolta) di essere ascoltati, contro l'assistenzialismo dell'aspettare che qualcuno venga a portarti ciò che ti serve, al quale dovrai sempre dire grazie.

Ora l'acqua al Foro Boario c'è! Quattro rubinetti, due vasche e uno scarico direttamente nelle fogne. Ciò che non è stato concesso, è stato rivendicato e riappropriato, da tutti con tutti, perché ciò che ci rende tutti uguali e di far parte dell'unica razza: quella umana. Questo fa pensare che non serve soltanto chiedere diritti, chiedere che questi siano rispettati, ma difenderli e riconquistarli.
 

Brigate di Solidarietà Attiva Cuneo