domenica 27 ottobre 2013

[BSA TOSCANA] sgomberato l'ex colorificio occupato a Pisa

Stamattina, nell’indifferenza dell’amministrazione comunale, un ingente schieramento di forze “dell’ordine” ha iniziato lo sgombero all’ex colorificio liberato di Pisa, concretizzando la sentenza del tribunale che aveva disposto il sequestro dell'immobile per restituirlo alle speculazioni.
14mila metri quadrati recuperati dal Municipio dei Beni Comuni nell'ottobre di un anno fa e restituiti alla collettività dopo 7 anni di totale abbandono, in pochi mesi sono stati sede di tantissime attività sociali, culturali e politiche, in pochi mesi la forza dell’autorganizzazione dei compagni pisani, è stata un esempio per tutti, ma ancora una volta si preferisce tenere un posto chiuso piuttosto che al suo interno si sviluppino attività sociali e spazi di lotta, ancora una volta si preferisce sgomberare in nome della "legalità" che difende padroni e speculazioni.

giovedì 24 ottobre 2013

19 Ottobre: liberi tutti!

Siamo felici. Felici di uscire con questo comunicato postumi.
Sara, Celeste, Raffaele, Rafel, Giovanni e Massimo sono liberi.
L'udienza ha confermato che non sussistevano motivi per l'arresto.
Ma noi il comunicato lo pubblichiamo comunque, col sorriso sulle labbra, perchè la solidarietà ha sempre valore e perchè funga da bentornato per i compagni.

Striscione bsa Pavia 
 C'eravamo tutti in piazza il 18 e 19 il ottobre. Studenti, lavoratori, disoccupati, precari, italiani e migranti. Si sono chiesti a gran voce casa e lavoro. Si è ribadita la contrarietà all'austerità, modello economico dichiarato fallito ormai anche dagli stessi economisti che lo hanno concepito.
Perchè la crisi noi non la dobbiamo pagare! La paghino i padroni!

E lo stato ha reagito come sa fare meglio: caricando, arrestando. Le prime cariche già il Venerdì mattina, al Pigneto: un plotone di celerini travolge il mercato e picchia commercianti, clienti e una ventina di ragazzi che volantinavano.

mercoledì 23 ottobre 2013

SANGUE NOSTRUM- sulla morte di Ousmane Diallo a Campobello di Mazara

Esprimiamo la nostra rabbia e ci uniamo al dolore della famiglia  e della comunità senegalese per la morte di Ousmane Diallo, il ragazzo senegalese morto domenica all’ospedale Civico di Palermo dove era ricoverato per ustioni gravissime provocate da un fornello da campo esploso tra le sue mani mentre si trovava nelle campagne siciliane per lavorare. E’ morto per guadagnare pochi euro al giorno, come altre migliaia di persone che ogni giorno rischiano la vita per sopravvivere in questo paese lavorando. Denunciamo le ignobili condizioni di vita dei lavoratori africani a Campobello di Mazara per la raccolta delle olive, accampati in un ghetto invivibile. Più di 25.000 donne e uomini migranti lavorano nell’agricoltura siciliana, permettendo a questo settore della nostra economia di reggersi in piedi anche in tempo di crisi. Le loro condizioni di sfruttamento sono però inaccettabili e troppo spesso, dietro la frutta e la verdura che consumiamo, si nascondono storie di violenza e di morte, di violazione dei diritti fondamentali, di esistenze condotte in condizioni disumane e degradanti. Anche queste morti ci appartengono, anche questo è “sangue nostrum”, perché le forme di neoschiavismo cui assistiamo sono permesse dalla Legge Bossi-Fini, che produce “clandestinità” e riduce i lavoratori a non-persone senza diritti, che non possono alzare la testa per il rischio di venire detenuti ed espulsi. Chiediamo che si prendano finalmente adeguate misure contro lo sfruttamento dei migranti e per il rispetto dei diritti umani inviolabili, a cominciare dall’abrogazione delle leggi vigenti in materia di immigrazione, leggi che mentre dichiarano di combattere l’illegalità, non fanno altro che produrla incessantemente.

Cobas Palermo, Osservatorio Noureddine Adnane, Laici Comboniani, Laboratorio Zeta, CISS, Pietro Milazzo CGIL Sicilia, Salesiani S.Chiara Palermo, Rete Campagne in Lotta

giovedì 17 ottobre 2013

[BSA CASTELLI] La rivolta di Albano contro i funerali di Priebke

Appena trapelata la notizia dei funerali di Priebke ad Albano, immediatamente è scattato il passaparola e il tam tam sui socialnetwork. Appuntamento ACHTUNG BANDITEN per un presidio autoconvocato alle 16:30 davanti la confraternita S.Pio X. Dalle 16 hanno cominciato ad arrivare tanti cittadini dei castelli romani, indignati per l’imminente gazzarra nazi-fascista. Eppure il Prefetto Pecoraro nei giorni precedenti aveva garantito che i funerali del gerarca nazista non dovevano essere il pretesto per una manifestazione nostalgica. Nonostante questo ad Albano, dalle prime ore si era capito che non sarebbe stato così. Primo indizio l’ospitalità da parte della confraternita Lefebvriana. Scismatici della chiesa cattolica, scomunicati da Giovanni Paolo II con cui Ratzinger ha tentato più volte un riavvicinamento, da sempre hanno manifestato le loro simpatie nazi-fascite. Molto spesso hanno ospitato vecchi e nuovi fascisti. Per loro le camere a gas sono state solo dei disinfettanti. Eppure il Vicariato si era subito sfilato, negando ogni disponibilità per esequie religiose. Forse però qualcosa gli è sfuggito di mano.
Secondo indizio la presenza di Maurizio Boccaci nei dintorni della chiesa. Boccaci, già leader del Movimento Politico Occidentale, poi BaseAutonoma e oggi Militia, è stato addirittura scortato e accompagnato dalle forze dell’ordine all’interno della confraternita.

mercoledì 16 ottobre 2013

[BSA NAZIONALE] COMUNICATO ADESIONE MOBILITAZIONE 18-19 OTTOBRE


"Non vogliamo che lo Stato ci aiuti, vogliamo che ci tolga i piedi di dosso”

(sub comandante Marcos)

Il 18 e 19 ottobre sono due importanti giornate di mobilitazione nazionale, il primo vero banco di prova dopo il 15 ottobre 2011.
In questi due anni l'incedere della crisi ha contribuito a frammentare e disgregare la possibilità di una reale ricomposizione sociale, dividendo i lavoratori, alimentando la guerra tra poveri e separando le lotte. In questi due anni le realtà militanti di base hanno però continuato a portare avanti dei difficili percorsi di rivendicazione collettivi e di ricomposizione, dal diritto all'abitare alla difesa e salvaguardia del territorio che il capitale vorrebbe continuare a sventrare e distruggere in nome del profitto. Ovviamente prendendo sempre più le distanze da quella “sinistra legalitaria” che poco ha presente le condizioni dell'Italia reale: l'abbiamo vista la legalità applicata a Lampedusa, o dalla polizia che sgombera gli occupanti delle case, o dai magistrati che reprimono il dissenso comminando condanne da epoca fascista.
La Federazione Nazionale delle Brigate di Solidarietà Attiva, da anni impegnata nel supportare processi di auto organizzazione, dai terremotati dell'Aquila e dell'Emilia ai lavoratori stranieri e italiani, parteciperà allo sciopero del 18 ottobre indetto dai sindacati di base, ritenendo fondamentale una opposizione totale alla distruzione dei diritti dei lavoratori perpetrata in nome dell'austerità: dalla Riforma Fornero al liberticida accordo di Rappresentanza.
Anche il 19 saremo presenti e ogni Bsa territoriale si collocherà nei vari spezzoni tematici in base alle pratiche attivate sul territorio.
Il 18 e 19 ottobre 2013 ci auguriamo sia l'inizio di un percorso nuovo, concreto realmente in grado di connettere le resistenze attualmente in atto su tutto il territorio nazionale , con un rapporto più stretto e collaborativo tra le varie realtà di movimento e i sindacati di base, per trovare percorsi comuni e condivisi verso il superamento dello stato di cose presente.



  ROMA - PIAZZA SAN GIOVANNI -
venerdi 18 ottobre - dalle ore 18.00 - Speak corner -

Mutualismo e Conflitto, verso la nuova confederalità sociale -
intervengono: Officine Zero, Cinecittà bene Comune, Centro Sociale Astra, Cantiere Milano, GAP Lodi Brigate Solidarietà, Attiva Car@Col – Viareggio, R@P – Rete @autorganizzazione popolare USB

venerdì 11 ottobre 2013

"LAMPEDUSA E CANALE DI SICILIA: DAL 1990 AL 2013, OLTRE 20MILA MORTI IN MEZZO AL MARE. LA BOSSI FINI UCCIDE. CORRIDOIO UMANITARIO SUBITO"


A Lampedusa la notte del 2 ottobre un barcone con a bordo oltre 500 persone provenienti dall’Africa prende fuoco e sprofonda. Alcune persone vicine ad Askavusa, collettivo di compagni locali, si trovano, per caso, nelle vicinanze cominciano a soccorrere subito i migranti. Ne salvano 47, poi in barca non c'è più posto. La Guardia Costiera impiega un'ora ad arrivare e quando arriva NON si muove: risponde che “attendono ordini da Roma, per seguire i protocolli”. Nel frattempo centinaia di persone annegano davanti ai loro occhi. Dopo ne salveranno poco meno di un centinaio, tutti indagati per immigrazione clandestina. Gli altri sono dispersi, morti ammazzati, poi inghiottiti dal mare che sta ancora restituendo i cadaveri.
Alcuni pescherecci non si sono fermati a prestare soccorso per paura di essere denunciati per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina: ricatto e conseguenza disumana della legge Bossi-Fini. Dal 1990 al 2013 ci sono stati oltre 20.000 morti accertati in mezzo al mare, mentre non si contano più invece i respingimenti (finanziati dall’Unione Europea) molti dei quali avvenuti direttamente in mare, anche se le norme internazionali dovrebbero garantire a tutti la possibilità di chiedere asilo politico.
Chi si salva invece conosce poi le mostruosità di Cie, lavoro nero, caporalato, ghetti e baraccopoli, repressione e razzismo. La Bossi-Fini produce infatti un chiaro sistema di sfruttamento della manodopera immigrata: legando il permesso di soggiorno al contratto di lavoro determina forti condizioni di ricatto, che inducono ad accettare obbligatoriamente qualsiasi tipo di lavoro ed a qualsiasi condizione. La rivendicazione dei propri diritti e qualsiasi tipo di attività sindacale sono minacciate dalla perdita del lavoro e conseguentemente dalla possibilità di “esistere legalmente” in Italia.La Bossi-fini, non è altro che la degenerazione di un processo normativo iniziato con la legge Turco- Napolitano. Di fatto istituisce anche il reato di disoccupazione e più che una legge sull'immigrazione è una legge sul lavoro il cui scopo è produrre manodopera ricattabile e a basso costo,condizione esasperata dalla crisi economica. La concorrenza tra lavoratori italiani ed immigrati è costruita ad arte e la guerra tra poveri che ne consegue non fa altro che peggiorare le condizioni di tutti i lavoratori in Italia. Se poi qualcuno di questa legge ci muore, beh, agli occhi di chi la sostiene sembra solo un “effetto collaterale”. Ancora una volta ribadiamo che la Bossi-Fini è una legge assassina. Ancora una volta affermiamo che il reato d’ immigrazione clandestina è solo un enorme regalo a padroni e sfruttatori.