martedì 8 ottobre 2013

Comunicato di alcuni lavoratori agricoli della Provincia di Potenza.

Partendo dal nulla, dalla base, l'autorganizzazione nasce e a piccoli passi conquista spazi. L'albore di una stagione di rivendicazione.


Siamo una rappresentanza di lavoratori agricoli, italiani ed immigrati, che vivono e lavorano in diverse zone della Provincia di Potenza. Viste le difficili condizioni di lavoro e di vita in cui ci troviamo e l’assenza di risposte concrete da parte delle istituzioni abbiamo deciso di rappresentarci autonomamente.
Vogliamo affermare l’importanza del nostro lavoro per il mantenimento dell’agricoltura di questo territorio. Chiediamo l’attenzione delle istituzioni locali (Regione, Provincia e Comuni) e l’intervento del Prefetto su alcuni punti per noi molto importanti:
  •  Il lavoro nero. I datori di lavoro ci fanno lavorare senza contratto o con falsi contratti. Quando i contratti sono “regolari” registrano solo poche giornate e non versano i contributi di tutte le giornate realmente lavorate. Per questo non possiamo avere la disoccupazione agricola e non possiamo rinnovare i nostri permessi di soggiorno. Anche noi vogliamo pagare le tasse e avere i nostri diritti di lavoratori!


  • Lo sfruttamento lavorativo. Il nostro lavoro in realtà viene pagato “a cottimo” (a cassone di pomodori) e non a giornata. Per questo siamo costretti a lavorare moltissime ore al giorno e a rovinarci la salute. Chiediamo che si rispetti il contratto provinciale del lavoro. Chiediamo che ci siano liste ufficiali per l’impiego. I datori di lavoro devono assumere regolarmente i lavoratori iscritti nelle liste.
  • Le nostre condizioni abitative. Le paghe sono molto basse, le giornate di lavoro non sono mai sicure e non ci sono mezzi pubblici di trasporto. Per questo viviamo in casolari abbandonati, lontani dai paesi e vicini alle campagne in cui lavoriamo, e privi di tutti i servizi primari (acqua corrente, fogne, elettricità e riscaldamento). Senza residenza non possiamo rinnovare il permesso di soggiorno. Vogliamo vivere in case dignitose.
  • I mezzi di trasporto. Senza trasporti pubblici non possiamo arrivare nei paesi e non possiamo avere i servizi di base: andare all’ospedale, alla posta o comprare cibo e medicine.
  • L’apprendimento dell’italiano per i lavoratori stranieri. Benchè lavoriamo e viviamo in Italia da diverso tempo, il nostro isolamento ci impedisce di familiarizzare con l’italiano, cosa che limita il nostro inserimento sul territorio.

Chiediamo risposte concrete per mettere fine a questa situazione inaccettabile.
Per questo, chiediamo l’apertura di un tavolo tecnico permanente con le istituzioni locali.