Il nostro manifesto politico






BRIGATE DI SOLIDARIETA' ATTIVA
FEDERAZIONE NAZIONALE
DOCUMENTO POLITICO 









PREMESSA: PRASSI-TEORIA-PRASSI


L'esperienza delle BSA nasce all'interno della crisi del capitalismo finanziario, di cui coglie la portata strutturale, facendosi carico di indagare gli effetti prodotti nel tessuto sociale. Pertanto, la nostra pratica nasce da una maturata consapevolezza della dimensione costituente della crisi. L'osservazione diretta del processo di disgregazione della composizione sociale tradizionale,  matura la convinzione della necessità di un nuovo tipo di intervento non più basato sulla militanza politica classica.
La trasformazione del contesto in cui si sviluppa il conflitto di classe richiede la maturazione di un nuovo sistema di saperi. La convinzione delle BSA è che la costruzione di un nuovo progetto di lotta può partire soltanto dalla pratica diretta dell'obbiettivo, intervenendo nei rapporti di produzione che strutturano l'organizzazione sociale attuale. 
L'inchiesta rappresenta il primo strumento dell'azione delle BSA: sviluppando una conoscenza approfondita delle problematiche socio-economiche più spinose, abbiamo costruito dal basso la nostra forma organizzativa, a partire dal nostro primo intervento in favore della popolazione aquilana. All'interno delle situazioni di emergenza portiamo aiuto pratico, ma con una precisa ottica politica che ci porta ad organizzare spazi di lotta ed emancipazione di classe nel lungo periodo.


-EMANCIPAZIONE ATTRAVERSO L' AUTO-ORGANIZZAZIONE:

Teoria: il nostro intervento non è mai neutro, ma mosso da una precisa volontà politica, cosa che ci porta a rifiutare il puro modello assistenzialista. Riteniamo di dover intervenire prima a risolvere l’emergenza immediata, spesso soddisfacendo bisogni primari, ma pensiamo anche che sia contemporaneamente da svolgere un lavoro volto all’emancipazione, all’autodeterminazione, mediante l'auto-organizzazione.

Prassi: Rendere le persone attive e coinvolte in prima persona è lo scopo principale di ogni nostra attività. Poniamo le basi del nostro intervento cercando poi di lasciarlo nelle mani delle persone direttamente interessate (ad esempio autogestione delle cucine e dei magazzini). Ci relazioniamo con le persone cercando di agire come base appoggio per la maturazione delle lotte di rivendicazione dei loro diritti (lavoro di informazione per i migranti come a Lampedusa e Nardò, sensibilizzazione dei lavoratori per costruire rapporti come per lo sciopero generale del 28/01/2011, e per quello dei braccianti a Nardò 10 giorni continuativi dal 29/07/2011 in poi).


-FUNZIONAMENTO E AUTO-ORGANIZZAZIONE INTERNA

Teoria: rigettiamo la rappresentanza classica, basata sulla delega del proprio potere decisionale. Riteniamo che ogni persona, attraverso la maturazione della propria coscienza di classe, debba partecipare alla formazione delle strutture di lotta adeguate. Le brigate quindi si costituiscono come gruppi di membri attivi all'interno dei quali viene decisa la forma organizzativa e in cui i rappresentanti territoriali sono esclusivamente PRIMUS INTER PARES. Ci anima il principio del “una testa un voto” e pensiamo che ogni singolo aderente possa ripetere e attuare le pratiche ritenute valide dal gruppo, in stretta collaborazione con gli altri.

Pratica: operiamo con i nostri mezzi all’inizio, ma cerchiamo il coinvolgimento di persone sensibili che si vogliono mettere in gioco sulle dinamiche emergenziali e di crisi. Ogni decisione viene presa a livello territoriale dalle assemblee dei briganti e condotta a ricomposizione con le posizioni delle altre assemblee territoriali. I rappresentanti territoriali fungono da portavoce della brigata territoriale e non da nodo decisionale.
All'interno dell'intervento della brigata, viene curata la formazione teorica e pratica dei nuovi militanti nel rispetto del percorso individuale di ciascuno.

-AUTONOMIA TERRITORIALE:
Teoria: siamo consapevoli delle pluralità e differenze tra le varie Brigate sparse per l’Italia. Per fare di ciò un punto di forza è necessario non intaccare l’autonomia territoriale, stabilendo però quei principi minimi comuni che ci portano a cooperare e escludendo dal cerchio dell’ammissibile le ideologie generate nel ed a difesa del Capitale (il fascismo, il razzismo, il sessismo, etc.). Entro questi termini le brigate territoriali sono libere di organizzare il proprio lavoro: rimane fondamentale agire coordinandosi mantenendo un canale d'informazione con il resto della federazione.

Pratica: per questo motivo ogni Brigata è una associazione territoriale libera di scegliere quale forma legale darsi, che aderisce alla federazione Nazionale delle Bsa, associazione che riunisce tutte le Brigate presenti in Italia. Il livello del direttivo nazionale,a cui partecipano i Coordinatori territoriali, ha una funzione non decisionale, ma di mero coordinamento. Il luogo decisionale è l'assemblea nazionale, al quale partecipano tutti i Briganti


-MODALITA DI FINANZIAMENTO:
Teoria: riteniamo come forma preferibile di sostegno economico delle BSA l’autofinanziamento. L’autofinanziamento non è fine a se stesso, ma mira al coinvolgimento, alla controinformazione, all’auto organizzazione stessa.
Siamo però costretti ad essere realisti: la gravità e dimensione delle crisi che viviamo negli ultimi anni comporta la necessità di dare risposte ampie e spesso anche di lungo periodo, con conseguenti costi difficili da gestire (vedi campo di Nardò in collaborazione con l’ ASS. FINIS TERRAE).

Pratica: l’autofinanziamento è praticato in tutti quegli spazi di socialità aperti e sensibili alle nostre tematiche tramite iniziative come cene, concerti, dibattiti, banchetti di controinformazione. La partecipazione a bandi di concorso europei, nazionali o regionali sarà considerata mezzo plausibile in caso di interventi particolarmente urgenti, ma anche costosi.

SETTORI DI INTERVENTO DELLE BSA

-LAVORO:
Teoria: Riteniamo impossibile l’armonia sociale finché vi saranno padroni e sottoposti, ovvero finché saremo in un sistema produttivo di stampo capitalistico. Facciamo una chiara scelta di parte: siamo dalla parte dei lavoratori contro il ricatto salariale che obbliga ogni individuo a sottostare alle leggi di mercato in balia dell’arroganza padronale.

Pratica: Non essendo un sindacato possiamo porci come elemento contro informativo intervenendo laddove si dislocano le fabbriche aiutando i lavoratori nella lotta (supportando le occupazioni) e aiutandoli nei momenti di crisi (come le casse di resistenza per i cassaintegrati). Non mancheremo di portare la nostra vicinanza e presenza ai lavoratori nelle grandi giornate di protesta.

-IMMIGRAZIONE:
Teoria: Il criterio di cittadinanza è un criterio esclusivo, del tutto inadatto ai grandi stravolgimenti economici e politici che il capitalismo imperialista impone e che comporta grandi flussi migratori che sconvolgono il modello di stato nazionale, chiaramente incapace di dare valore effettivo ai diritti umani fondamentali che gli stessi stati nazionali si sono dati. Rigettiamo ogni forma di razzismo e riteniamo che migranti e lavoratori italiani stiano dalla stessa parte, entrambi vittime di un sistema che si fonda sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo.

Pratica: Poiché siamo convinti che la classe sia unica riteniamo che sia fondamentale intervenire per smontare quella logica che tenta di porre italiani e migranti su piani differenti, l’uno avverso all’altro. Rigettiamo la guerra tra ultimi e penultimi e cerchiamo di contro-informare per rendere a tutti chiaro quale sia il vero nemico. Nelle situazioni di emergenza (vedi Lampedusa, ma anche CIE e CPA sparsi per l’Italia) dobbiamo fornire beni primari in caso di assenza degli stessi e svolgere opera di osservazione sulle condizioni di vita, di assistenza medica, di orientamento e supporto.

-SCUOLA E ISTRUZIONE:
Teoria: Istruirsi è un diritto fondamentale della donna e dell'uomo. Le persone devono essere messe in grado di accedere a istituti di istruzione di tutti i livelli, facilmente accessibili. Il reddito non può né deve essere una discriminante. La scuola deve essere pubblica, laica, antirazzista. Condanniamo ogni forma di finanziamento pubblico alle scuole private, luoghi di esclusione aperti ad Elitè paganti che si chiudono in se stesse: la scuola è anzitutto luogo di incontro e confronto. Rigettiamo la didattica frontale e il sapere nozionistico per preferire una formazione basata sulla dialettica e sullo sviluppo di senso critico.

Pratica: Nel condannare i costanti tagli all’istruzione di cui sono responsabili tutti i governi degli ultimi venti anni e nel riscontrare la totale responsabilità dietro questo smantellamento della pubblica istruzione nell’Unione Europea (processo di Bologna) ci sentiamo di stare dalla parte degli studenti che manifestano il loro dissenso e chiedono una scuola pubblica ed accessibile, partecipando a cortei, manifestazioni e fornendo aiuto pratico nei periodi di occupazione e mobilitazione.


-ANTIFASCISMO:
Teoria: riteniamo che la lotta al fascismo non si sia conclusa con la Liberazione e la Resistenza, ma che vi sia un bisogno impellente di lottare contro ogni rigurgito fascista che purtroppo non possiamo non notare in crescente espansione, sopratutto in un momento di crisi come questo dove l'odio xenofobo e il bisogno di ordine rischiano di diffondersi in ampi strati della popolazione. Siamo convinti che la memoria della Resistenza non vada ridotta a mero monumento, ma sia base di partenza per un antifascismo quotidiano. Diffidiamo della patina antisistemica e di “destra sociale” dietro cui tentano di nascondersi i neofascisti, che riteniamo invece storicamente (e attualmente) del tutto funzionali al capitalismo stesso.  Oggi come ieri i fascisti sono il braccio armato dei padroni, che facendo leva su proposte tanto scriteriate quanto demagogiche tentano da una parte di costruirsi un consenso tra la classi subalterne, dall'altro di dividerle adducendo distinzioni artificiali di natura raziale, culturale, sessuale, religiosa ecc..; per questo riteniamo che oggi come ieri l'antifascismo sia lotta di classe e sforzo costante di unire gli interessi delle lavoratrici, dei lavoratori e degli sfruttati. 

Pratica: nostro scopo principale è impedire che i fascisti, nuovi e vecchi, possano godere di un qualsiasi spazio di agibilità politica. Riteniamo fondamentale mettere in pratica un antifascismo quotidiano dalla fabbrica alla scuola, dal quartiere alla città, impedendo iniziative e manifestazioni nostalgiche, lottando contro aperture di sedi e contro la concessione alle organizzazioni fasciste di spazi pubblici. Vogliamo costruire, a partire dalla scuola, momenti di informazione che rigettino lo scellerato processo di revisionismo storico che, in nome di una falsa pacificazione nazionale, tenta di equiparare repubblichini e partigiani, comunismo e fascismo.
-ANTIMAFIA:
Teoria: La Mafia esiste laddove lo stato abdica la sua funzione al soddisfacimento dei fabbisogni dei suoi cittadini e dove questo decide d’intervenire con l’oppressione poliziesca. La stanca abitudine alla corruzione ha assuefatto non solo le menti degli abitanti,ma in un certo senso anche le istituzioni,poiché la Mafia si sostituisce ai servizi dello stato,lo fa imponendo il dominio della paura che genera la spirale dell’omertà.

Pratica: La BSA ha cercato dal campo di Nardò di affrontare il problema,partendo laddove ci sono margini di apertura riscontrando nella grande capacità d’adattamento e spirito di continuità nella lotta,un buon risultato seppur in un remoto angolo nella vasta area dello sfruttamento. Pratica già sperimentata è la documentazione sul luogo e sul tipo di agricoltura,una buona dialettica non offensiva, ma decisa nei contenuti e mantenere un livello di responsabilità ben visibile all’esterno.